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Cucine da Incubo 5: i ristoranti delle prime due puntate (foto)

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Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo

Il viaggio di Antonino Cannavacciuolo ricomincia questa sera alle 21.15 su Nove, così come la sua missione: trasformare alcune Cucine da Incubo del Belpaese in attività funzionanti e con un futuro roseo. Le precedenti quattro stagioni del programma hanno insegnato che non sempre la buonavolontà e la competenza dello chef sono bastate, perchè alcuni ristoranti visitati non sono riusciti a far tesoro dei suoi insegnamenti, rivelandosi disastrosi anche dopo il suo passaggio. Ecco com’è andata con le prime due puntate della quinta stagione, in onda oggi – domenica 26 marzo 2017 – e ambientate a Catania e a Suzzara, in provincia di Mantova.

Cucine da Incubo 5, prima puntata: Trattoria Sicilia

Nella prima puntata lo chef Cannavacciuolo andrà a Catania, alla Trattoria Sicilia, dove Daniele e Ramona servono ai clienti un menù basato prevalentemente su piatti di pesce. Situato vicino al mare, nei pressi di piazza Borgo, il ristorante lasciava più di una perplessità: aldilà delle molte critiche per il quartiere in cui si trova – cosa sulla quale però la produzione non poteva certo intervenire – i clienti lamentavano una scarsa attenzione nei loro confronti, cibi non sempre freschissimi ed una cattiva organizzazione generale, relativa sia alla struttura del locale che al lavoro dello staff.

“Certe volte anche se non si è troppo sicuri si tenta, a volte (come in questo caso) va male, molto male. Il ristorante si trova in via Ventimiglia, in una zona non proprio piacevole e mangiare fuori, come nel nostro caso può rivelarsi un po’ triste…tristezza che potrebbe essere alleviata da un buon cibo. Purtroppo detto cibo non allevia proprio niente anzi… gli antipasti al buffet danno la netta idea di essere stati riciclati almeno un paio di volte prima, assaggiati quelli e deciso di dare una seconda possibilità si scopre che i calamari fritti sono tristemente anonimi..insomma un po’ come quelli che avrei potuto preparare io a casa svogliatamente avendoli comprati al supermercato…come surgelati…SCONSIGLIATO”

“Cibo di cattiva qualità rispetto al prezzo pagato. Il locale credo che non sia messo a norma. Seduti fuori abbiamo respirato tutto il tempo il fumo del pesce e della carne arrostiti, che usciva direttamente dalla porta della cucina che dà sulla strada, dove sono messi i tavoli. Non c’è evidentemente una canna fumaria. Servizio lentissimo. Tra il primo e il secondo è passata un ora! Il gelato ( solo due gusti) era pessimo. Inoltre il locale si trova ad angolo con una strada piena di prostitute e l’intero quartiere è mal frequentato! All’uscita mi avevano rubato la macchina!”

Dopo l’avvento di Cannavacciuolo, però, le recensioni su TripAdvisor sono molto cambiate e oggi la Trattoria Sicilia ha guadagnato punti, distinguendosi dagli altri locali e soddisfacendo sotto tutti i punti di vista i clienti. Non mancano recensioni negative, ma sono rarissime.

“Ottimo il pesce, piatti abbondati, servizio di grande cortesia prezzo buono. Qualità – prezzo ottimo”

“Trattasi di locale accogliente, con un servizio molto buono e ottima cucina a base di pesce, ottimo per cene con la famiglia”

“Ristorante accogliente, proprietario gentilissimo e simpatico, da subito ci siamo trovati pienamente a nostro agio. La cucina è veramente ottima, tradizionale ed equilibrata nei sapori. Abbiamo mangiato pesce, da 10 e lode pepata di cozze e frittelline di neonato. Complimenti per tutto!”

Cucine da Incubo 5, seconda puntata: La Croce del Gallo

La seconda puntata, in onda alle 22.20 circa, vedrà Cannavacciuolo e il suo team alle prese con La Croce del Gallo, una pizzeria-alloggio sita a Suzzara che Zuleidy e Raul hanno iniziato a gestire nel 2015 e che desideravano rendere più giovanile e confortevole possibile per ampliare la clientela. Anche qui le recensioni precedenti all’intervento sono drammatiche, con accuse pesanti da parte dei clienti insoddisfatti.

“Un menù illusorio tutti i piatti a base di pesce erano assenti. Lo chef ci consiglia gli spaghetti alle vongole galleggiavano nell’olio e la pizza un disonore chiamarla così è poi parliamo di crisi !!! La chiusura di questa squallida attività è la cosa migliore e si è fatto anche pagare ma che gentaglia!”

“Pranzo veramente pessimo con primi immangiabili… il cameriere si è presentato con una maglietta unta e stra unta! Buffet con verdure che avevano anni!!! Veramente da evitare!!”

“Cena tra amici pizza molto buona…. peccato per tutto il resto…. Camerieri incapaci e pulizia approssimativa… Lite tra staff… Sembra una scena da cucine da incubo! I complimenti vanno solo al pizzaiolo: pizza leggera, digeribile e gustosa!”

Quest’ultimo commento, rilasciato a luglio 2016, si è rivelato profetico: il locale è stato davvero protagonista di Cucine da Incubo ma purtroppo, successivamente all’intervento di Cannavacciuolo, il tono delle recensioni non è cambiato granché. Primo fallimento di stagione?

“Piatto e bicchiere sporco, bambino che insegue, raggiunge e afferra il cane che gira fra i tavoli e poi… infila le mani ne buffet e prende cibo.. non aggiungo altro”

“Il servizio non era eccellente,anzi scarso..i piatti forse non vengono lavati,ma passati con straccio vecchio,si notavano strisce di unto,e impronte di dita sporche…il pizzaiolo tra una pizza e correre in cucina fa aspettare troppo tempo a chi ordina pizze da asporto,in oltre si perde a sparlare del personale,cosa poco professionale…a noi può dispiacere che non trova intesa con il personale,ma sono cose che vanno risolte in privato,e non alle spalle di chi lavora li,e tra l’altro con clienti soprattutto di passaggio come lo eravamo noi….MAI PIù.”

“Stata a cena von amici! Non torneremo più! Pizza grande ma non buona! Gestore simpatico ma locale sporco ! Quando tornati a casa messo tutto da lavare sembrava una friggitoria!eravamo in 14 e abbiamo mangiato 4 alla volta! Assurdo. Ps. da canavacciuolo hanno imparato poco. Io non tornerò più!”

Antonino Cannavacciuolo

CUCINE DA INCUBO 5: TUTTI GLI OSPITI DELLA NUOVA STAGIONE


CUCINE DA INCUBO: ANTONINO CANNAVACCIUOLO AL RE ARTU’

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Cucine da Incubo

La sesta puntata di Cucine da Incubo è dedicata al ristorante Re Artù. I cavalieri della tavola rotonda sono i tre fratelli proprietari del ristorante, la spada è un coltello, rimasto infilzato in un prosciutto che, stagionatura dopo stagionatura, è diventato roccia. La speranza è che nessuno dei tre riesca ad estrarlo perchè con l’aria che tira in cucina, lo userebbero per accoltellarsi. In realtà, i tre fratelli non parlano mai di accoltellarsi ma per descrivere le cose che uno deve fare all’altro attingono al repertorio delle immagini sessuali. “Fammi una …. “, tanto per dirne una.

Nella parte di Re Artù, Antonino Cannavacciuolo, quello che va nei ristoranti e li “schifa da cap’ a per’“. Scusate ma noi qui siamo in pieno Pupetta mood e Cannavacciuolo da Vico Equense non ci aiuta ad allontanarci dalle atmosfere partenopee della fiction. Dunque, come vi abbiamo accennato, anche questa settimana, il nostro chef ha a che fare con dinamiche familiari disastrose. I tre fratelli non solo hanno perso l’entusiasmo nel gestire la loro attività, ma proprio la testa. E senza testa non vogliamo proprio immaginare come le cucinino le lasagne.

Ormai siamo abituati a vedere Cannavacciuolo seduto a un tavolo sempre con le mani sugli occhi. E mai per giocare a “cucusettetè”. Anche questa volta lo chef aspetta disilluso i piatti che gli verranno serviti e che naturalmente non mangerà. Altro problema con cui ci siamo già confrontati è la disorganizzazione, ma, in questo caso, il Re Artù vince per creatività. Per indicare gli ordini, il tavolo viene indicato con la descrizione del cliente. Si, avete capito bene. Una lasagna al tavolo del pelato.

Cucine da Incubo

Il disastro del ristorazione è dietro l’angolo e Cannavacciuolo ne è consapevole. “Se ero al posto di Stefano, vi mandavo aff… quanti eravate“. Evviva. Cannavacciuolo, uno di noi. Anche lui in pieno Pupetta Mood. L’appuntamento con la nuova puntata è alle 21:55 su Fox Life.

Cucine da Incubo 4: uno «Stuzzichino» controverso per Cannavacciuolo. Ecco com’è oggi il ristorante

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Antonino Cannavacciuolo

Nuovo appuntamento questa sera sul canale Nove con la quarta stagione di Cucine da Incubo. Nella sesta puntata lo Chef Antonino Cannavacciuolo sarà impegnato a Milano, nel cuore del quartiere Isola – nuova meta della movida milanese – per provare a mettere ordine nella gestione de Lo stuzzichino, la cui storia è inscindibilmente legata a quella di una famiglia di migranti egiziani arrivati in Italia sperando di far fortuna.

Cucine da Incubo 4: il ristorante “Lo stuzzichino”

E’ il 1981 quando Boules (Paolo) giunge a Milano con la moglie Laurice. Dopo una serie di lavori, svolti tra Milano e provincia, Paolo si avventura nell’esperienza di un bar, insieme a un socio. Il desiderio di dare un futuro alla primogenita Preskella e a Raffaella, la seconda figlia in arrivo, lo spingono a reinventarsi come cuoco e a rilevare, nel 1994, Lo Stuzzichino una piccola attività in un luogo strategico, ricco di operai. Nei primi tempi il locale, che all’epoca è un self-service, si rivela un vero e proprio affare, ma la crisi non tarda ad arrivare. Paolo però non si perde d’animo. Vuole far crescere le sue figlie in Italia, terra che ormai anche lui e Laurice amano come fosse il loro paese natale. Cerca quindi di differenziare l’offerta e dà il via a una serie di esperimenti culinari, che ancora oggi sono la politica dominante de Lo Stuzzichino: “piatti speciali” che propongono un abbinamento tra la cucina di vari paesi. Insomma, un potente mix multiculturale che si dimostra, però, non sempre vincente.

Malgrado gli sforzi per adeguare la sua cucina a una zona in evoluzione e, di conseguenza, ad una clientela che negli anni si è raffinata, diversificata ed è diventata sempre più esigente, gli avventori de Lo Stuzzichino sono casuali e non si fidelizzano. Paolo è stanco e demotivato e sembra non capire che i problemi che affliggono il suo locale sono di diversa natura. Lui, infatti, tende ad accentrare tutto il lavoro su se stesso lasciando così poco spazio d’azione e scarso potere decisionale ai suoi familiari/collaboratori. Dello staff fanno parte sua moglie Laurice (molto fiera del marito), come responsabile di sala, le figlie Priska e Raffaella, aiuto cuoca la prima e cameriera la seconda, e Mina, marito di Priska, che collabora con la suocera e la cognata in sala come cameriere. A scontrarsi con la mentalità del padre è soprattutto Priska, che divide la cucina con lui. Priska vorrebbe dare una sferzata di aria fresca al locale, ma trova la resistenza di Paolo che vede Lo Stuzzichino come una sua creatura e non è disposto a scendere a compromessi al riguardo.

Paolo si occupa in prima persona della spesa, della cucina, della gestione del locale. Il risultato è una grande confusione durante il servizio e uno staff ormai incapace di appassionarsi al lavoro. A questi problemi si aggiunge la scarsa esperienza di tutti. Ma dipendenti più qualificati sarebbero un costo troppo alto da sostenere. E per questo, Paolo cerca di farsi carico di tutto in prima persona, salvo poi rinfacciare allo staff di essere poco presente. Peraltro, in quei pochi momenti in cui il locale è pieno, la confusione ha la meglio: Paolo perde il controllo della cucina, Priska non è abbastanza autosufficiente per prendere in mano la situazione, Laurice entra in panico in sala e cerca di intervenire in cucina e Raffaella e Mina non sanno che fare. I consigli di Chef Cannavacciuolo sono fondamentali.

Cucine da Incubo 4: l’effetto di Cannavacciuolo su “Lo Stuzzichino”

Stando alle segnalazioni e recensioni su Trip Advisor, per una volta l’avvento di Cannavacciuolo non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati. Lo Chef ha visitato Lo Stuzzichino a dicembre 2015, apportando modifiche al locale e al menù come al solito, ma ad oggi i clienti lamentano ancora un’identità non definita e un’organizzazione tutta da migliorare.

“Locale a conduzione famigliare in zona Isola, ambiente un po’ datato ma gradevole, l’effetto pizzeria anni ‘80 della parte superiore del locale andrebbe ripensato. Piatti pensati bene e abbondanti senza comprometterne la buona riuscita. Bene la scelta tra piatti del giorno e alla carta e buon rapporto qualità prezzo. Personale gentile ma andrebbe coordinato meglio con la cucina”

“Sono appena tornato dopo essere stato in pausa pranzo. Eravamo in sei ed abbiamo mangiato tutti in momenti diversi, io per ultimo dopo un’attesa di 30 minuti quando gli altri avevano già finito”

“Mi dispiace per la gentilezza e la carineria della Signora, ma, essendo sola, il servizio risulta lento. Il locale non ha un’identità ben precisa, cucina mediocre, anche per i piatti del giorni, frutta di mare per niente buona, e dei pochi dolci presenti nel menu, alcuni erano anche finiti. Quelli che c’erano tuttavia erano buoni. Cena insoddisfacente

Di contro, c’è chi apprezza alcune specialità della casa quali la paella e la cotoletta

“Paella buonissima, porzioni enormi, locale tutto rinnovato accogliente, pulito e piacevole.. Che dire dei gestori: squisiti!!! Complimenti!!! Grazie per l’ottima cena.. Ogni volta è una soddisfazione!”

“Sono stato allo stuzzichino più volte, l’ultima volta un sabato sera. Locale semplice e ben curato, conduzione familiare con madre e figlie a servire sempre gentili. Ho provato la zuppa di legumi. Molto buona, la consiglio. Molto buona ed abbondante la Paella, mista o di pesce. Eccezionale la cotoletta “orecchia di elefante”. Difficilmente ne avrete mangiata una più grande”

Antonino Cannavacciuolo

Cucine da Incubo 4: Cannavacciuolo al ristorante La Zuccona. Ecco com’è oggi

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Cucine da Incubo 4 - Cannavacciuolo nelle cucine de "La Zuccona"

Per la settima puntata di Cucine da Incubo Italia 4 lo chef Antonino Cannavacciuolo porterà il pubblico di Nove in provincia di Monza e della Brianza, nel ristorante La Zuccona che è tutto da svecchiare e rimettere in sesto. O meglio, al passo con i tempi.

Cucine da Incubo 4: il ristorante “La Zuccona”

Nel cuore della Brianza, a Triuggio – un piccolo centro di circa 8.000 abitanti che collega le due frazioni del comune, Canonica e Tregasio – da più di 40 anni esiste La Zuccona, un ristorante storico e molto conosciuto, famoso soprattutto per i risotti, creato all’interno di un ex istituto scolastico. Dopo vari cambi di gestione, e una reputazione via via sempre più negativa, La Zuccona nel 2011 viene definitivamente chiuso.

A dicembre 2014 Elio, l’attuale titolare, decide di riaprirne i battenti, affrontando un’onerosa e quasi totale ristrutturazione ma cercando di mantenere il più possibile l’arredo già presente e le caratteristiche antiche del locale. Elio ha esperienza nel settore: per anni ha vissuto a Parigi, dove ha iniziato a lavorare come cameriere fino a diventare chef e a gestire un suo ristorante, “Brianza”. Il legame con le sue origini, infatti, è sempre stato molto forte ed emerge anche nei suoi piatti, nei quali la cucina tradizionale brianzola viene contaminata con quella francese. Nel 2011, raggiunta l’età della pensione, Elio decide di chiudere l’attività e di tornare in Brianza per godersi il meritato riposo. Capisce presto, però, di non poter stare lontano dai fornelli e coglie l’occasione al volo quando, per alcune coincidenze, gli viene proposto di riaprire il ristorante La Zuccona, ormai chiuso da 3 anni.

Dopo l’apertura, però, gli affari non vanno come sperato. Il locale lavora abbastanza bene all’ora di pranzo ma la sera è praticamente vuoto. Nella gestione del ristorante ci sono sicuramente problemi sia a livello economico che organizzativo. Sembra infatti che Elio non abbia il polso del leader, visto che si relaziona con i suoi ragazzi mettendosi in competizione con loro. Inoltre, Elio è troppo legato ai suoi piatti tradizionali, che però allontanano quella clientela giovane cui aspira il locale.

D’altro canto, però, i tre ragazzi che lavorano in cucina, Alessio, Davide e Antonio, sono troppo giovani e inesperti per essere autonomi. Vorrebbero “svecchiare” il menù e capiscono che ci sarebbe bisogno di una riorganizzazione generale, ma loro per primi avrebbero bisogno di una guida e di nuovi stimoli. Tra loro, peraltro, non mancano scontri e litigi. Completano lo staff Mattia, che gestisce la sala praticamente da solo, e Pinuccia (sorella maggiore di Elio), alla cassa, l’unica ad apprezzare lo stile “retrò” del ristorante.

Cucine da Incubo 4: La Zuccona dopo l’arrivo di Cannavacciuolo

Una missione impossibile per Antonino, stando alle vecchie recensioni presenti sulla pagina Facebook del locale, tra le quali troneggia la seguente, rilasciata il 1° gennaio di quest’anno.

Vergognatevi. Un cenone così schifoso non l’avevo mai mangiato. 57 € per un antipasto senza sale, un risotto freddo e insipido, una specie di filetto di platessa impanato (chiamato da voi orata) che quello della Findus dicasi migliore, due fette di melanzane e zucchine, grigliate e sbattute sul piatto senza un briciolo di condimento. Per non parlare poi del cotechino completamente secco e nero. A 5 minuti dalla mezzanotte ci siamo dovuti procurare da soli i bicchieri puliti per lo spumante. Un ristorante del genere non lo consiglio neanche al mio peggior nemico”

Ma, nonostante l’arrivo di Cannavacciuolo, la situazione nel complesso non sembra essere migliorata: alcuni clienti lamentano i prezzi troppo alti, altri uno staff che ha imparato poco dallo Chef ed appare ancora impreparato. Giudizi severi che, comunque, si mescolano ad altri decisamente più morbidi, e c’è perfino chi preferiva il locale prima!

“Sono stato a mangiare in questo ristorante dopo che una mia amica ha visto Lo chef Antonino Cannavacciuolo fuori da questo ristorante mentre girava Cucine da Incubo 4. Sinceramente mi sento di esprimere un parere non molto positivo non tanto sul lavoro fatto dallo chef per poter migliorare questo ristorante. Ma secondo me lo staff non ha capito come ci si comporta nella ristorazione

“Siamo stati ieri sera a cena con un gruppo numeroso di persone, servizio scarso menù scadente tavolate di 22/25 persone con solo 10 panini in tutto risotto bruciato galletto crudo e dolce duro e crudo poi hanno portato lo spumante peccato che senza i bicchieri flut. Abbiamo dovuto usare quello dell’acqua o del vino , mi spiace dirlo ma tutto pessimo da non ritornarci

“Ci sono andata ricordando la vecchia zuccona ma purtroppo non è più la stessa cosa ambiente carino ma praticamente deserto antipasto appena sufficiente tris di risotti buoni ma non i vecchi risotti di un tempo”

“Ottima qualità dei piatti, prezzi contenuti, grande cortesia e simpatia del proprietario e della sorella. Cameriere gentile ma impacciato

Cucine da Incubo 4 - Cannavacciuolo nelle cucine de "La Zuccona"

Cucine da Incubo 4: Cannavacciuolo sale sul The Crazy Train. Ecco com’è oggi il ristorante

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Cucine da incubo 4 - The Crazy Train

Per l’ottava puntata di Cucine da Incubo 4, in onda questa sera in prima serata sul Nove, Antonino Cannavacciuolo cercherà di riportare la pace a Compiobbi, frazione di Fiesole, dove un fratello ed una sorella che condividono il sogno della ristorazione faticano a gestire insieme il locale The Crazy Train.

Cucine da Incubo 4: la scheda di “The Crazy Train”

The Crazy Train è il ristorante acquistato tre anni fa da Maurizio e Rossana per i due giovanissimi figli, Gaia e Gabriele. Entrambi hanno frequentato l’istituto alberghiero e i genitori – proprietari di una panetteria per vent’anni – hanno deciso di vendere l’attività per acquistare il locale con la speranza di dare un futuro sicuro ai due ragazzi e permettere loro di lavorare in proprio. Le cose, però, non sono andate come speravano. Il ristorante lavora molto durante i weekend ma in settimana i clienti sono pochi. Inoltre, il locale ha un arredamento molto datato ed è poco attraente per i giovani che preferiscono i locali del centro di Firenze. Maurizio e Rossana non hanno alcuna esperienza nel campo della ristorazione, hanno diverse lacune da colmare e spesso si trovano in difficoltà per quanto riguarda molti aspetti della gestione del locale. In cucina c’è Gabriele, con la mamma Rossana. I due però non sono veloci, cosa che spesso rende il servizio lento e confuso. Il menù è troppo vasto e privo di identità, andrebbe modificato ma non si sa da che parte iniziare. Rossana, peraltro, ha sempre cucinato soltanto a casa per la sua numerosa famiglia. Cucinare è una sua grande passione, ma è autodidatta e non ha mai gestito la cucina di un ristorante prima d’ora. A complicare le cose, c’è l’atteggiamento di Gabriele: è svogliato, poco interessato, litiga con tutti e crea discussioni e tensioni, soprattutto con la madre e la sorella. Spesso si assenta o arriva in ritardo, e non si occupa né del menù né della spesa. L’unico pensiero fisso nella testa del ragazzo è il calcio. Gabriele gioca infatti in una squadra locale e prende sottogamba il lavoro al ristorante per inseguire i suoi sogni. Rossana, che dovrebbe essere solo l’aiuto cuoca spesso è costretta a fare la cuoca al posto del figlio. Gaia è più volenterosa e si impegna molto, riuscendo a controllare bene la sala, ma anche lei, ogni tanto, delega compiti a sua madre. Spesso, inoltre, deve intervenire per placare le discussioni tra gli altri componenti della famiglia. Rossana vorrebbe vedere i suoi figli più intraprendenti e responsabili e godersi un po’ di riposo dopo tanti anni di lavoro e fatiche. Gaia, dal canto suo, vorrebbe riuscire a mettere fine a questi dissidi e portare avanti il locale – a cui tiene molto – in modo più sereno e proficuo. Chef Cannavacciuolo dovrà rendere tutti più responsabili e trasformare la passione calcistica del giovane cuoco in passione culinaria.

Cucine da Incubo 4: l’effetto di Cannavacciuolo

Anche in questo caso lo Chef Cannavacciuolo non sembra essere riuscito a fare miracoli, almeno stando alle recensioni lasciate dai clienti. Se alcuni trovano ottime le pizze e il menù del locale, altri trovano The Crazy Train addirittura peggiorato e, dopo una serata passata lì, giurano che non ci torneranno più.

“Tornare al crazy dopo l’arrivo di Canavacciuolo è stato sorprendente,ambiente rinnovato con molta più luce,spazio e colori. Anche il menu è stato in parte rinnovato, le pizze sono rimaste le stesse e sempre molto buone, la sublime è veramente SUBLIME!! Insomma il treno pazzo lo consiglio veramente a tutti! Io ci tornerò molto presto!!”

“Sinceramente io ci ho sempre mangiato bene però sono rimasta male per le pizze 2 settimane fa. Pizze da portare via secche e poco condite”

“Bisogna intanto riconoscere che dopo la puntata di cucine da incubo il locale e’ stato rinnovato ed è molto carino negli arredi; per quanto riguarda la cucina abbiamo preso antipasti misti con coccoli e affettati, tutto molto buono, e pizze, nella media ma niente di più! Personale gentile, forse l’attesa dei piatti e’ un po eccessiva, buon rapporto qualità-prezzo comunque”

“Ho portato in questo locale che frequento da quasi 4 anni i miei genitori per una cena senza pretese.Ho ritrovato un locale rinnovato, peccato che il cibo è stata una cocente delusione. Alla mia compagna è stato servito un risotto completamente crudo e da sapori che a mio parere non si amalgamavano tra loro e a mia mamma un pezzo di vitello completamente congelato appena uscito dal freezer e a me dei pici, il cui sapore comunque era buono, che nuotavano nell’acqua di cottura. Sbagliare piatti purtroppo capita, anche se servire carne congelata mi risulta inspiegabile, ma almeno porre le proprie scuse ai commensali? L educazione? Io pago per mangiare…non ci andava di far polemica e siamo usciti senza dire niente. Difficilmente torneró in questo ristorante…l’educazione è fondamentale! Ps…guardo trip Advisor e mi accorgo che è passato anche Cannavacciuolo…boh!!!”

Cucine da incubo 4 - The Crazy Train

Cucine da Incubo 4: Cannavacciuolo al Ristorante Biologico di Roma. Ecco com’è oggi

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Cucine da Incubo 4 - Ristorante Biologico Roma

Un ristorante inizialmente di successo e ora sull’orlo del fallimento, privo di identità e in cui regnano disordine e disorganizzazione. Questo è il Ristorante Biologico Roma, protagonista della puntata di questa sera di Cucine da Incubo Italia: riuscirà Antonino Cannavacciuolo ad evitarne la chiusura? E come se la caverà con questo genere di cucina?

Cucine da Incubo 4: il ristorante Biologico Roma

Il Ristorante Biologico Roma, nel quartiere Spinaceto, vicino l’Eur, è nato circa 4 anni fa da un’idea di Marco, un uomo animato da tanta volontà e tante idee. Marco, infatti, ha un passato da ristoratore ma, poi, nella sua vita si è dedicato ad altro, aprendo un’azienda immobiliare e una di traslochi e, a 41 anni, si è anche laureato in giurisprudenza. Circa 4 anni fa, però, ha deciso di ritornare alle origini e ha accettato una sfida non facile: aprire un ristorante in un quartiere non propriamente centrale di Roma e per di più con un concept particolare: un ristorante biologico.

Il primo scoglio da superare è stato far comprendere alla clientela la differenza tra biologico e vegetariano, ma nonostante questo, i primi tempi il ristorante ha registrato un’ottima affluenza. L’eccessivo entusiasmo per i risultati raggiunti, però, ha portato Marco a voler fare sempre di più e a commettere una serie di errori, come non capire che la sua struttura e i suoi collaboratori non potevano reggere un afflusso così sostenuto. Anche i tentativi di differenziare l’offerta si sono rivelati poco utili e hanno portato il ristorante ad allontanarsi sempre più dal concerto bio. L’unico risultato è stato far aumentare il caos in una situazione in cui la disorganizzazione era già regnante e mandare ancor più in confusione i clienti. Marco e il suo staff si impegnano molto per cercare di risollevare le sorti del locale, ma gli sforzi sono vani e la situazione di declino sta demoralizzando e facendo perdere l’entusiasmo a tutti i componenti dello staff, compromettendo anche i rapporti lavorativi. Marco, peraltro, è spesso assente perché impegnato in molte altre attività, delega quasi tutti gli aspetti burocratici al cuoco Giulio, non interviene a dirimere le liti perenni tra sala e cucina e non prende posizione riguardo alle innumerevoli lamentele dei clienti sui tempi d’attesa interminabili. E così facendo, perde autorevolezza agli occhi degli altri dipendenti. C’è poi Giulio, il cuoco, che, nonostante sia giovane, sa il fatto suo e sentirsi il punto di riferimento del locale non gli dispiace. Giulio però non ha alcun potere sul menu, appannaggio esclusivo di Marco, che non esista a cambiarlo spesso e volentieri. Giulio, inoltre, ha un carattere un po’ “fumantino” e perde le staffe quando c’è gente e Marco entra ed esce dalla cucina spargendo ansia e panico ovunque, mettendo fretta e creando confusione. E’ allora che Giulio alza la voce e diventa eccessivamente autoritario e intollerante con tutti, prendendosela soprattutto con Cristina, cameriera insieme a Francesca (dello staff fanno parte anche Banik, il pizzaiolo, e Zuhir, aiuto cuoco). I problemi da risolvere sono tanti, a partire dalla disorganizzazione generale, tanto in sala quanto in cucina e dalla mancanza di comunicazione tra i reparti.

Cucine da Incubo 4: l’effetto di Cannavacciuolo sul Ristorante Biologico

L’ultima recensione presente sulla pagina Facebook del locale risale al 1° gennaio di quest’anno ed è davvero negativa: il ristorante Biologico Roma è stato definito “l’Olocausto della ristorazione“. Su Tripadvisor, invece, le recensioni si dividono equamente tra quelle superlative e quelle pessime, quasi senza speranza, ma dopo l’avvento di Cannavacciuolo sono nettamente superiori le prime.

“Siamo stati in questo ristorante già diverse volte e ci siamo sempre trovati bene. Così ci siamo tornati per festeggiare la COMUNIONE di nostro figlio. Quando siamo andati a prenotare ci ha colpito il nuovo nuovo “look” del ristorante ed i nuovi menù suggeriti dallo chef Cannavacciuolo”

“Ci torniamo sempre volentieri. Un vero ristorante di qualità ma senza sceneggiate. Cortesia ampio spazio per i bambini. Personale e proprietà cortese e disponibili. Cibo sano ottimo abbondante! Chapeau”

“Noi ci rechiamo spesso in questo ristorante, con la famiglia o con gli amici. Il servizio ricevuto è ottimo, personale cordiale e attento ad ogni esigenza. Il menù di Antonio Cannavacciuolo è superbo, portate abbondanti e squisite. E’ un posto dove regna un’atmosfera familiare e divertente spesso allietato da serate con animazione ideale per chi vuole rilassarsi”

“Non essendo la mia prima volta in questo ristorante, so che potrebbe fare meglio. So che il servizio è spartano, ma non è, per me, un problema. Il problema è stato la cottura e la preparazione dei cibi. Lasagne crude e mal/poco condite, arrosto cotto e riscaldato, da risultare immangiabile. Non ci tornerò più in un giorno.di festa nazionale”

Cucine da Incubo 4 - Ristorante Biologico Roma

Cucine da Incubo 4: Cannavacciuolo alla Trattoria Davis di Milano. Ecco com’è oggi

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Antonino Cannavacciuolo

Un ristoratore abituato all’élite e ora costretto in una trattoria; una moglie esasperata dall’insoddisfazione del marito e dalla sua incapacità di adattarsi alla nuova condizione; due coniugi che litigano in continuazione e obbligano la clientela a siparietti di cattivo gusto; un ristorante le cui chance di recupero diminuiscono di giorno in giorno. Questi gli ingredienti dell’ultima puntata di Cucine da Incubo 4, in onda questa sera su Nove.

Cucine da Incubo 4: la Trattoria Davis

La Trattoria Davis è nata nel 2010 all’interno di un circolo sportivo di Milano. Il titolare è Nino, che per anni ha lavorato in uno dei più rinomati ristoranti della “Milano da bere”. Ed è in questo passato glorioso che Nino continua a vivere, tanto da vedere come un “ripiego” la Trattoria Davis che ha inaugurato insieme ai suoi familiari 6 anni fa, senza alcun entusiasmo e sentendosi anzi frustrato per la “caduta di stile”. Sentimenti che continuano ad accompagnarlo, peggiorati dai risultati scarsi della trattoria. A risentirne è stata, ovviamente, anche la serenità familiare: il figlio Max, responsabile di sala, per evitare la rottura col padre, per un periodo ha deciso di andar via e ha deciso di tornare a lavorare al locale solo recentemente, mentre la moglie Tina, aiuto cuoca, è protagonista, insieme al marito, di continui siparietti imbarazzanti. I due, infatti, in cucina sono come cane e gatto: litigi, grida e insulti sono diventati il loro unico modo di comunicare e spesso, a coprire le loro urla, c’è solo la musica ad alto volume. La situazione del ristorante appare, giorno dopo giorno, sempre più difficile e la stessa famiglia è divisa ormai in due fazioni: da un lato ci sono Tina e Max (sostenuti anche da Maurizio, cameriere e genero dei due coniugi), stanchi del carattere lunatico e dell’insoddisfazione di Nino, dall’altro c’è Nino, che non riesce a nascondere la sua demoralizzazione e che non si sente compreso e capito dai suoi familiari, nei quali, invece che confidarsi, trova solo una valvola di sfogo. Peraltro, a dispetto dei desideri dei familiari, Nino vuole portare avanti il trend del suo vecchio, amato, ristorante di pesce. Vorrebbe, insomma, un ristorante di lusso, che, però, poco si adatta al contesto “sportivo” – un tennis club – in cui la trattoria è inserita. Tina riconosce la bravura del marito nel cucinare, ma non sopporta il fatto che voglia decidere tutto lui e non riesce a imporsi neanche un po’. Capisce la sua demotivazione ma non la sua incapacità di adattarsi alla nuova condizione. La clientela, negli anni, è andata scemando inesorabilmente. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi.

Cucine da Incubo 4: la Trattoria Davis dopo l’intervento di Cannavacciuolo

Prima dell’avvento di Cannavacciuolo il problema più grave della Trattoria Davis non era tanto il menù quanto l’atteggiamento dello staff. Come testimoniano le recensioni su Trip Advisor, alcuni clienti non erano soddisfatti del modo in cui venivano trattati e dell’organizzazione generale.

“Raramente ho avuto modo di conoscere del personale cosi maleducato…sembra quasi che gli si faccia un favore ad andare a mangiare li…il cibo poi non è nulla di che, spesso molto inferiore ai locali che si trovano nei dintorni”

“Cibo mediocre, alle 13.30 già terminato tutto, personale estremamente scortese. Evitare assolutamente”

Le cose, però, sembrerebbero ora migliorate.

“Personale gentile e cordiale. Piatti ottimi, punto di forza i piatti di pesce. Molto soddisfatta, tornerò sicuramente”

“Tornata per l’ennesima volta, non si smentisce mai. Pochi piatti ma fatti come dio comanda. Lo consiglio soprattutto in estate dove si può mangiare in un gradevolissimo giardino spazioso e accogliente. Ottimo il fritto e gli spaghetti allo scorfano, ma tutti i piatti sono davvero buoni, prezzo molto onesto!”

Antonino Cannavacciuolo

LE PAGELLE DELLA SETTIMANA TV (30-05/5-06/2016). PROMOSSI MENTANA E UOMINI E DONNE. BOCCIATI BRIGLIADORI E GLI EXIT POLL ANTICIPATI

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Gemma Galgani

Promossi

9 allo stoicismo di Enrico Mentana. Ormai seguire la resistenza del “mitraglietta”, tra l’infornata di news, gli intoppi e le battute sarcastiche, è un programma nel programma, che però non manca mai di autorevolezza. Per la cavalcata elettorale de La7, il 7.48% (dati fino alle 2 del 6 giugno) con quasi 6 milioni di contatti.

8 allo speciale Uomini e Donne “Gemma, Giorgio e la Lettera che non gli ha mai dato”. Il programma più discusso della De Filippi sbarca in prima serata con ottimi risultati, raggiunti malgrado fosse fatto per l’80% di contenuti già visti (e in alcuni casi pure rivisti). La parte finale inedita, invece, è risultata particolarmente d’impatto: questa volta Fascino ha scelto di giocare per sottrazione, niente pubblico, niente urla o chiacchiere, ma solo la verità di quel momento.

7 a Cucine da Incubo Italia. L’impeccabile Antonino Cannavacciuolo regala al canale Nove il primo vero successo di intrattenimento di prima serata, con buona pace di Fox Life (e Cielo) che hanno dovuto rinunciarci (almeno in parte, visto che le repliche continuano ad abbondare).

6 a Gemma Galgani. A oltre 60 anni, la dama torinese conquista un’impensabile popolarità. L’amaro prezzo, però, è quello di un amore non corrisposto sotto l’occhio crudele della telecamera.

Bocciati

5 a Una Domenica da Leoni, programma furbo quanto banale che si può considerare come un modo per accendere in maniera low cost e a colpo quasi sicuro l’interesse del pubblico nelle calde domeniche di giugno.

4 a Eleonora Brigliadori. Ospite del Maurizio Costanzo Show, la donna è un fiume in piena, snocciola le sue convinzioni tentando di imporsi sugli altri al punto da far perdere la pazienza al padrone di casa. Il suo estro fa comunque simpatia.

3 agli ascolti dello speciale Tg5-TgCom24 che supera di poco il 5% con una curva pure in discesa. L’informazione in casa Mediaset rimane un tasto dolente.

2 agli Exit Poll mostrati prima della chiusura dei seggi. La7 sbaglia e poi – in barba al ruolo di servizio pubblico – Rai 1 e Rai 3 seguono a ruota anticipando (di poco) le previsioni di voto. A proposito, su Twitter, ieri, Antonio Azzalini – dirigente Rai licenziato per aver anticipato il countdown di Capodanno – “sorrideva”.

1 all’ultima beffa per Centovetrine. Il ritorno della soap, peraltro molto pubblicizzato su settimanali e web, previsto per il 6 giugno è slittato last minute di un giorno per lasciare spazio ad una puntata extra di Mattino Cinque dedicata alle elezioni.


Cucine da Incubo 5: ospiti famosi in soccorso di Antonino Cannavacciuolo. Ecco chi sono

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Antonino Cannavacciuolo e Joe Bastianich

Antonino Cannavacciuolo e Joe Bastianich

Cucine da Incubo sta spopolando su varie reti con le repliche ma domenica prossima, 26 marzo 2017, debutta alle 21.15 la quinta stagione inedita, la seconda da quando il programma di Antonino Cannavacciuolo ha lasciato Fox Life per migrare sul Nove. Ma questa stagione sarà diversa dalle altre perchè il meccanismo delle puntate, rimasto pressoché invariato, potrà contare in alcuni casi su un nuovo elemento: l’ospite famoso, che aiuterà lo Chef a salvare il ristorante in difficoltà.

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo ospita Bastianich

Per la prima volta, dunque, Cannavacciuolo sarà affiancato da un altro volto noto che dispenserà consigli ai ristoratori e che lo aiuterà a portare a termine la trasformazione necessaria a salvare la situazione. Un diversivo interessante che smuoverà le acque distinguendo le puntate l’una dall’altra e che vedrà impegnati i volti principali del gruppo Discovery, più un ospite speciale con il quale Antonino ormai condivide tanto, ma non i gusti alimentari.

Ci riferiamo a Joe Bastianich, insieme a lui giudice di MasterChef e Celebrity MasterChef, che dopo le ospitate varie in Rai e il ruolo di giudice a Miss Italia su La7, rivestirà ora quello di aiutante sul Nove. L’imprenditore, legato televisivamente a Sky – dove ha condotto anche Top Gear Italia e On the Road – sarà ospite della puntata ambientata a Cannavò, in provincia di Reggio Calabria: insieme al collega dovrà salvare una pizzeria e, visto il suo amore contestato per l’ananas sulla pizza, ci sarà da divertirsi.

Cucine da Incubo 5: Knam, Giusti, Enzo e Carla ospiti di Antonino

Il Nove schiererà invece tra gli aiutanti il suo Max Giusti, volto di Boom, che di Antonino Cannavacciuolo ha fatto l’imitazione a Quelli che il Calcio. Direttamente da Real Time, infine, arriveranno Ernst Knam – che potrà dare un mano a chi è carente in pasticceria -, Carla Gozzi ed Enzo Miccio. Questi ultimi, con ogni probabilità, pronti a dare un tocco di stile dove manca.

Cucine da Incubo 5, prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, sarà composto da dieci puntate di un’ora circa che vedranno Cannavacciuolo viaggiare tra Milano, Cesana Torinese (TO), Crema, Suzzara e Castiglione delle Stiviere (MN), Livorno, Anzio (RM), Catania e, come già scritto, Reggio Calabria.

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo alla «Trattoria Sicilia» e a «La Croce del Gallo». Ecco come sono oggi

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Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo

Il viaggio di Antonino Cannavacciuolo ricomincia questa sera alle 21.15 su Nove, così come la sua missione: trasformare alcune Cucine da Incubo del Belpaese in attività funzionanti e con un futuro roseo. Le precedenti quattro stagioni del programma hanno insegnato che non sempre la buonavolontà e la competenza dello chef sono bastate, perchè alcuni ristoranti visitati non sono riusciti a far tesoro dei suoi insegnamenti, rivelandosi disastrosi anche dopo il suo passaggio. Ecco com’è andata con le prime due puntate della quinta stagione, in onda oggi – domenica 26 marzo 2017 – e ambientate a Catania e a Suzzara, in provincia di Mantova.

Cucine da Incubo 5, prima puntata: Trattoria Sicilia

Nella prima puntata lo chef Cannavacciuolo andrà a Catania, alla Trattoria Sicilia, dove Daniele e Ramona servono ai clienti un menù basato prevalentemente su piatti di pesce. Il ristorante, che nel complesso collezionava su TripAdvisor recensioni accettabili, lasciava però perplessità in alcuni clienti riguardo il lavoro svolto in cucina.

“Da ieri sera dopo aver cenato in questa “TRATTORIA” ho deciso che non mangero’ piu’ fuori casa!!!! Tutto pessimo,locale poco pulito,poco affolato(la sera di s.valentino eravamo in 6)e una frittura di pesce che dopo la terza volta che ci veniva proposta(noi volevamo calamari,loro insistevano per una frittura mista)era a dir poco vomitevole(non siamo riuscti a mangiarla)erano anelli di calamari surgelati sicuramente di una marca sconosciuta ai supermercati!! 4 bruschette(in linea con quello detto prima)2 primi, 1 frittura, mezzo di vino e mezza d’acqua 39 euro!! complimenti e a non rivederci mai piu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

“Siamo stati a pranzo co dei colleghi abbiamo preso solo pasta alla pescatora una delusione la pasta non era cotta sul momento ma era molto asciutta e si vedeva che stata cucinata molto tempo prima. Una delusione”

Dopo l’avvento di Cannavacciuolo, però, la Trattoria Sicilia sembra aver guadagnato altri punti, distinguendosi dagli altri locali e soddisfacendo sotto tutti i punti di vista i clienti. Non mancano recensioni negative, ma sono rare.

“Ottimo il pesce, piatti abbondati, servizio di grande cortesia prezzo buono. Qualità – prezzo ottimo”

“Trattasi di locale accogliente, con un servizio molto buono e ottima cucina a base di pesce, ottimo per cene con la famiglia”

“Ristorante accogliente, proprietario gentilissimo e simpatico, da subito ci siamo trovati pienamente a nostro agio. La cucina è veramente ottima, tradizionale ed equilibrata nei sapori. Abbiamo mangiato pesce, da 10 e lode pepata di cozze e frittelline di neonato. Complimenti per tutto!”

Cucine da Incubo 5, seconda puntata: La Croce del Gallo

La seconda puntata, in onda alle 22.20 circa, vedrà Cannavacciuolo e il suo team alle prese con La Croce del Gallo, una pizzeria-alloggio sita a Suzzara che Zuleidy e Raul hanno iniziato a gestire nel 2015 e che desideravano rendere più giovanile e confortevole possibile per ampliare la clientela. Anche qui le recensioni precedenti all’intervento sono drammatiche, con accuse pesanti da parte dei clienti insoddisfatti.

“Un menù illusorio tutti i piatti a base di pesce erano assenti. Lo chef ci consiglia gli spaghetti alle vongole galleggiavano nell’olio e la pizza un disonore chiamarla così è poi parliamo di crisi !!! La chiusura di questa squallida attività è la cosa migliore e si è fatto anche pagare ma che gentaglia!”

“Pranzo veramente pessimo con primi immangiabili… il cameriere si è presentato con una maglietta unta e stra unta! Buffet con verdure che avevano anni!!! Veramente da evitare!!”

“Cena tra amici pizza molto buona…. peccato per tutto il resto…. Camerieri incapaci e pulizia approssimativa… Lite tra staff… Sembra una scena da cucine da incubo! I complimenti vanno solo al pizzaiolo: pizza leggera, digeribile e gustosa!”

Quest’ultimo commento, rilasciato a luglio 2016, si è rivelato profetico: il locale è stato davvero protagonista di Cucine da Incubo ma purtroppo, successivamente all’intervento di Cannavacciuolo, il tono delle recensioni non è cambiato granché. Primo fallimento di stagione?

“Piatto e bicchiere sporco, bambino che insegue, raggiunge e afferra il cane che gira fra i tavoli e poi… infila le mani ne buffet e prende cibo.. non aggiungo altro”

“Il servizio non era eccellente,anzi scarso..i piatti forse non vengono lavati,ma passati con straccio vecchio,si notavano strisce di unto,e impronte di dita sporche…il pizzaiolo tra una pizza e correre in cucina fa aspettare troppo tempo a chi ordina pizze da asporto,in oltre si perde a sparlare del personale,cosa poco professionale…a noi può dispiacere che non trova intesa con il personale,ma sono cose che vanno risolte in privato,e non alle spalle di chi lavora li,e tra l’altro con clienti soprattutto di passaggio come lo eravamo noi….MAI PIù.”

“Stata a cena von amici! Non torneremo più! Pizza grande ma non buona! Gestore simpatico ma locale sporco ! Quando tornati a casa messo tutto da lavare sembrava una friggitoria!eravamo in 14 e abbiamo mangiato 4 alla volta! Assurdo. Ps. da canavacciuolo hanno imparato poco. Io non tornerò più!”

Antonino Cannavacciuolo

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo salverà «The Princess» con Bastianich. Ecco com’è oggi

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Cucine da Incubo 5 - The Princess

Cucine da Incubo 5 - The Princess

Nella terza puntata di Cucine da Incubo 5, in onda in prima visione sul Nove domenica 2 aprile 2017, Antonino Cannavacciuolo fa tappa a Reggio Calabria supportato da Joe Bastianich. I due tenteranno di rimettere in sesto il The Princess, ristorante che Aurora ha aperto nel 2008 vicino al bar gestito insieme al marito per quarant’anni.

Cucine da Incubo 5, terza puntata: la storia del The Princess

Nonostante il parere contrario della famiglia, Aurora ha investito molto nel suo locale e i risultati, all’inizio, le davano ragione. I primi tempi il ristorante andava a gonfie vele, Aurora era felice e nel suo locale riusciva a vivere il suo sogno: essere la Principessa Aurora. Convinta di discendere da una famiglia nobile genovese, Aurora si è sempre comportata come un’aristocratica. Anche il suo abbigliamento vuole rispecchiare questa nobiltà, lei stessa accoglie i clienti come se li stesse ospitando per un ballo di corte nel suo castello e il suo tratto distintivo è la generosità. Tutti coloro che la frequentano, compresa la figlia Santina e il nipote Samuele che lavorano con lei, la chiamano Principessa, soprannome che l’ha resa famosa in Calabria e fuori.

Non tutti i sogni, però, sono destinati a durare a lungo. Oggi il The Princess è in crisi e la sua proprietaria non sa come rinverdire i fasti di un tempo. A suo parere il locale va male per via dello scarso supporto di colleghi e parenti e riesce a restare a galla solo grazie alla sua presenza. Secondo i collaboratori e i famigliari, invece, anche Aurora ha le sue colpe. I menù proposti sono abbondanti e sottocosto: non consentono di fare guadagni né di garantire una servizio di qualità. Ma Aurora, memore del suo passato di ristrettezze, continua a essere generosa con i clienti, donare è nel suo dna, un atteggiamento che, però, va in contraddizione con la gestione economica del locale.

Aurora sembra non accorgersi di quanto questo suo atteggiamento danneggi il locale, perché è convinta che la sua presenza e i suoi modi di fare e di intrattenere i clienti – spesso balla e canta – possano bastare a soddisfarli e convincerli a tornare. A questi problemi si aggiungono poi le discussioni interne allo staff. Infatti, tanto la Principessa è carina e disponibile con i clienti, quanto è dura e intransigente con i suoi dipendenti. Le liti nascono soprattutto con la figlia Santina e il nipote Samuele, gli unici che cercano di tenerle testa. Peraltro, quando la pressione del servizio si fa sentire, al The Princess sono in pochi quelli che riescono a mantenere la calma e, come se non bastasse, l’assenza di un caposala crea disordine e caos anche nel servizio ai tavoli, con conseguenti lamentele e critiche da parte dei clienti.

Il The Princess oggi è un locale che vive del ricordo dei suoi passati successi. Ma l’intervento di Chef Cannavacciuolo, aiutato da Joe Bastianich, che offrirà il suo punto di vista da imprenditore nel campo ristorazione, potrà aiutare Aurora?

Cucine da Incubo 5: il prima e il dopo del The Princess

Vista la verve della protagonista Aurora la puntata non dev’essere stata facile da gestire, considerati soprattutto i risultati. Stando alle recensioni presenti su TripAdvisor, infatti, l’avvento dei due giudici di MasterChef non ha reso immune il The Princess dalle critiche: gli ultimi giudizi riscontrabili sono negativi, e ve li riportiamo di seguito.

“Sono stato in questo Ristorante con amici e abbiamo deciso di fare il giro pizza a soli €10 con antipasti, pizze e bibite senza limit. Gli antipasti a mio avviso non sembravano freschi. Anche la birra che ci hanno servito non era buona, nel senso che sembrava la classica birra economica da lattina. Per quanto riguarda invece la pizze, erano abbastanza buone. Il problema a mio avviso era la troppa attesa tra una pizza e l’altra. Il personale era disponibile ma un po’ particolare. Insomma, tanta quantità anche se la qualità dei prodotti per me rimane dubbia considerando i prezzi”

“Chiamiamo per prenotare il giorno dopo (sabato) che avevano fatto l’inaugurazione del locale dopo il programma cucine da incubo,per vedere come era stato rinnovato il locale. Entriamo e ci fanno salire direttamente all’ultimo piano (pizzeria) dove cucine da incubo non ci sara’ entrato proprio! Le tovaglie erano nere ma cosi nere della polvere che avevano sopra che nemmeno si vedeva piu’ il colore giallo…e gia li volevamo scappare…Iniziano a portarci gli antipasti (un piatto l’uno con dentro una mozzarella in carrozza,un tramezzino senza sapore,4 arancinetti al ragu’ che secondo me erano acidi e 3 alla nduja nemmeno provati…). Vabbe’ penso…ora mangiamo la pizza…al che ci arriva la brocca della ” coca cola” che coca cola non era…Chiediamo alla cameriera se gentilmente puo’ portarci la coca cola chiusa in lattina e l’avremmo pagata a parte…ci dice che non ce n’e'…Noi diciamo che ci alziamo e ce ne andiamo e allora lei dice:un’attimo che chiedo…Torna dopo 10 minuti , va in cucina e torna con una bottiglia di coca cola dicendo che era l’ultima…la bottiglia era pero’ gia aperta e quando andiamo a versarla era sgassata e dello stesso sapore di quella della brocca…facciamo presente che ci sentiamo presi in giro e che ci siamo accorti della furbata e lei ci fa capire che non e’ stata lei,ma qualcun altro…indignati,ci alziamo,andiamo alla cassa a chiedere il conto per gli arancinetti (eravamo due famiglie-2 adulti e due bambine) e paghiamo 20 euro…. A mai piu’!!!!”

“Io non riesco a comprendere voti così alti. Si vede che non avete mai mangiato in una pizzeria sufficientemente decente”

E dire che prima dell’avvento di Cucine da Incubo le cose, sempre stando alle recensioni, non andavano poi così male, vista la presenza di molti giudizi positivi. Che l’avvento della tv abbia creato troppe ed irrealistiche aspettative?

Cucine da Incubo 5 - The Princess

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo ne La Tana del Lupo. Ecco com’è oggi il ristorante

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Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo

E’ l’Alta Val di Susa a fare da scenario alla quarta puntata di Cucine da Incubo 5, in onda oggi – domenica 9 aprile 2017 – in prime time sul Nove: Antonino Cannavacciuolo arriverà alla trattoria bar La Tana del lupo, a Cesana Torinese, in provincia di Torino.

Cucine da Incubo 5, quarta puntata: La Tana del Lupo

Il locale esiste fin dagli anni ’80, quando apparteneva al padre e allo zio di Alessandro, l’attuale responsabile. Dopo averlo venduto negli anni ’90, i due proprietari decisero di riacquistarlo dopo le Olimpiadi del 2006, nella speranza di sfruttare l’ondata di popolarità del grande evento. Le cose, però, non andarono come previsto e nel 2011, per provare a risollevare le sorti del locale, si decise di affidarlo ad Alessandro e a suo fratello.

Da allora, però, non ci sono stati miglioramenti e Alessandro è rimasto solo alla guida del locale, che fa sempre più fatica ad andare avanti. Insieme a lui, lavorano tre ragazze: Alina, la cuoca, Denisa, il suo aiuto, e Giulia la cameriera. E i rapporti tra due di loro non sono idilliaci, visto che entrambe sono legate ad Alessandro: Alina è la sua ex fidanzata, mentre Giulia è l’attuale compagna.

La storia tra Alina e Alessandro è finita, secondo lei, a causa dell’immaturità di Alessandro e della sua incapacità di assumersi responsabilità, secondo lui, semplicemente perché era finito l’amore. Dopo la fine della loro storia, però, Alina decide di non lasciare la trattoria perché, volendo ancora bene al suo ex fidanzato, vuole sostenerlo lavorativamente e pensa che la sua presenza sia indispensabile per evitare la chiusura. Concetto che ribadisce anche con Giulia, che, invece, rivendica il suo ruolo e l’importanza che ha non solo per la trattoria ma, soprattutto, per il suo compagno Alessandro. Entrambe le ragazze, però, concordano sul fatto che Alessandro sia disordinato e distratto.

La Tana del Lupo dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Cannavacciuolo si è dunque ritrovato al centro di un insolito triangolo amoroso ma, nonostante ci fossero di mezzo i sentimenti, pare sia riuscito a gestire molto bene la situazione: stando alla gran parte delle recensioni presenti su TripAdvisor, infatti, dopo l’avvento del programma il locale è molto migliorato e i clienti sembrano davvero soddisfatti dei piatti e del trattamento ricevuto dallo staff. Considerato che prima i giudizi erano piuttosto tiepidi, quasi senza più aspettative, la missione può dirsi compiuta.

“Se si vuole vedere come si trasforma un risto-bar brutto e infelice in una realtà bella,calda,accogliente e “saporita”, La Tana Del Lupo è un esempio fulgido! Cannavacciuolo ha dato l’input ma l’impegno del personale è stato eccellente! Siamo stati a cena pochi giorni prima di capodanno per colmare la nostra curiosità e toccare con mano il lavoro di Cucine da Incubo…davvero meraviglioso! Locale bello e accogliente,rinnovato rispettando l’ambiente montano, con personale gentile e cordiale. Piatti buonissimi,semplici ma gustosissimi! Divertirsi a mangiare non è facile…ma la mia fidanzata ed io ci siamo ampiamente divertiti! Qualità prezzo per noi inarrivabile nella zona. Certo,il menù non è ricco,ma preferiamo sempre poche cose e semplici ma cucinate con capacità e amore! Consigliatissimo!!! Complimenti davvero!! Cucine da Incubo? No! Cucine da Sogno!!”

“Dopo il restauro è diventato il top. Posto molto accogliente ma soprattutto si mangia veramente molto molto bene!! Finalmente un posto buono a Cesana e ottima proporzione qualità prezzo. Consigliatissimo!!!”

“È cambiato decisamente in meglio. Mi sono fermato per un pranzo veloce di lavoro, pulizia, gentilezza e buon servizio. I piatti hanno una nuova impronta, ottima la Bruschetta, un buon risotto con radicchio, gorgonzola e speck, se ci fosse stata un po’ meno panna sarebbe stato splendido. Sicuramente da tornare ed approfondire scegliendo un menu diverso. Due ragazzi giovani, gentilissimi, non si crea quel clima di leggerezza di cliente sconosciuto ma al contrario ti fanno sentire benvenuto”

“Devo ammettere che, se non fosse stato per la partecipazione del locale a Cucine da incubo, non avrei mai messo piede alla Tana del Lupo. Non avevo nemmeno capito che fosse un ristorante. Spinta dalla curiosità per il restyling voluto da Cannavacciuolo, ho deciso di prenotare. Sono stata accolta da un personale simpatico e alla mano, una sala che sa di montagna, ma con qualche elemento unico: i lampadari un po’ strambi e originali, la parete dipinta di matriosche rosse, i ceppi che fanno da sottopiatto”

Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo ospite di Fazio mentre sul Nove salva Cucine da Incubo

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Antonino Cannavacciuolo a Che Fuori Tempo che Fa

Antonino Cannavacciuolo a Che Fuori Tempo che Fa

E ci mancava solo Rai 3: Antonino Cannavacciuolo, uno dei volti maggiormente presenti sul piccolo schermo nell’ultimo periodo tra repliche, ospitate e nuovi programmi, ieri – domenica 9 aprile 2017 – ha presenziato nel salotto di Che Fuori Tempo che Fa mentre sul Nove andava in onda la quarta puntata della quinta stagione delle sue Cucine da Incubo.

Antonino Cannavacciuolo ubiquo tra Rai 3 e il Nove

Ad onor del vero lo chef è apparso su Rai 3 quando la quarta puntata inedita del suo programma si avviava alla conclusione e il Nove si apprestava a trasmettere la replica della terza, ma poco importa: nella serata in cui andava in onda la sua ultima fatica, che lui è solito commentare sui social con il pubblico, Cannavacciuolo era impegnato altrove a lanciare l’uscita del suo ultimo libro.

Che Fuori Tempo che Fa: sempre più ospiti provenienti da altre reti

Si tratta di uno strambo intreccio di interessi, propizio per Endemol Shine (che produce sia il talk di Rai3 che gli show di Cannavacciuolo) e anche per la stessa Discovery, dal momento che è tutta pubblicità per il programma e per la rete, il cui logo era ben visibile sotto quello di Rai 3 mentre Cannavacciuolo riguardava alcune scene cult dei vari O’ Mare Mio e compagnia spadellante.

E il logo del Nove non è stato certo l’unico a comparire nel prime time della terza rete. Infatti, sono state trasmesse anche immagini relative a MasterChef e Celebrity MasterChef, programmi Sky ed Endemol Shine che da Fazio sono già stati ampiamente sviscerati di recente con le ospitate di Mara Maionchi e Alex Britti. L’elenco di volti Sky passati per il salotto di Fazio è vario, partendo da Ilaria D’Amico e passando per gli attori di The Young Pope.

E’ una vera e propria commistione di reti ed intenti, insomma, quella creata da Fazio talvolta motivata dalla comunanza di casa di produzione, Endemol Shine, altre volte dalla comunanza di agenzia. Ci riferiamo agli assistiti di Beppe Caschetto, agente di Fazio, che spesso fanno capolino nel salotto di Rai3.

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo gusta Le Mille Bontà con Ernst Knam. Ecco com’è oggi

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Cucine da Incubo 5 - Knam e Cannavacciuolo

Cucine da Incubo 5 - Knam e Cannavacciuolo

Nella puntata di Cucine da Incubo in onda domenica 16 aprile 2017 sul Nove, Antonino Cannavacciuolo fa tappa a Castiglione delle Stiviere, nella zona di Montichiari, tra Mantova e Brescia. E con lui arriva anche lo Chef Pasticcere e Maitre Chocolatier Ernst Knam, pronto a dare il suo contributo per risollevare Le Mille Bontà.

Cucine da Incubo 5, quinta puntata: Le Mille Bontà

Anna, nonostante non avesse precedenti esperienze nel campo della ristorazione, nel 2013 ha preso in gestione il locale per dare un futuro a suo figlio Gennaro, che si occupa della gestione della sala. Anna è la cuoca del locale, “autodidatta” come si definisce; con lei in cucina c’è l’aiuto cuoco Vasilika, chiamata da tutti Valentina, e poi c’è la cameriera Rita.

Il problema principale di questo ristorante sembra essere proprio la cattiva gestione di Anna, che non dà fiducia al suo staff, anzi non perde occasione per rimproverare tutti urlando a gran voce, anche davanti ai clienti. Gennaro, dal canto suo, non ha il polso per rispondere alla mamma e difendere le cameriere che nel tempo si sono susseguite al ristorante, anche se spesso perde le staffe e le discussioni sfociano in liti senza badare alla presenza dei clienti.

In realtà è la stessa Anna, nonostante sia convinta di essere sempre nel giusto e di essere capace di risolvere ogni problema, la prima a fare grande confusione, dando vita però anche a momenti divertenti. Ad esempio, durante il servizio Anna non chiama le comande con il numero del tavolo ma inventa soprannomi per ogni cliente, cosa che fa andare in confusione la già inesperta Rita. Altra cosa divertente è vedere Anna, napoletana Doc che spesso parla in dialetto, rapportarsi a Vasilika, che, di origini rumene, fa molta fatica a capirla.

Le Mille Bontà dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Cannavacciuolo, insieme a Knam, ha dovuto dunque riportare ordine dove non c’era e, stando alle recenti recensioni consultabili su TripAdvisor, i due ci sono riusciti.

“Ottimo pranzo di lavoro rispetto ad un paio di anni fa c’è un abisso COMPLIMENTI ci ritornerò….Cannavacciuolo è una garanzia”

“Pranzo di lavoro ideale. Bel locale Servizio veloce Buon menu e cibo. Ampio buffer verdure. Il tutto a 10 euro con anche il caffè Perfetto”

“Sono stata sabato sera con un gruppo di amici. Ottima pizza e anche la cucina è molto buona. Locale molto bello da pochi mesi ristrutturato per la partecipazione del programma del famoso chef Cannavacciuolo, riferita dalla cameriera. Ritorneremo ancora !!!”

“Sono stato in questo ristorante sia per un pranzo sia per un evento organizzato di sera e e devo dire che la cucina è ottima, personale gentilissimo, locale pulito, lo consiglio E sicuramente ci ritorno”

Antonino Cannavacciuolo ed Ernst Knam - da Facebook Cucine da Incubo 5 - Le Mille Bontà Cucine da Incubo 5 - Knam e Cannavacciuolo

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo a Il Pappagallo di Crema. Com’è oggi il ristorante

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Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo

E’ Crema lo scenario della sesta puntata di Cucine da Incubo 5, in onda sul Nove oggi – domenica 23 aprile 2017 – alle 21.15. Antonino Cannavacciuolo andrà in soccorso di Ignazio, un campione di pizza acrobatica che è molto preoccupato per il futuro del suo locale, Il Pappagallo, che gestisce con la sua famiglia tra incomprensioni e difficoltà.

Cucine da Incubo 5, sesta puntata: Il Pappagallo

Il ristorante pizzeria Il Pappagallo è stato aperto nel 2003 da Ignazio, che ha un’esperienza pluridecennale come pizzaiolo, nella speranza di dare un futuro a sua figlia Katiuscia, diplomata all’istituto alberghiero. Nel 2014, per far fronte a problematiche di spazio, Il Pappagallo si è trasferito in un altro quartiere di Crema, ma l’aumento dei coperti non ha portato un aumento di guadagni. Anzi.

I problemi di questo ristorante sembrano derivare dalla mancanza di comunicazione tra i membri dello staff, nonostante facciano tutti parte della stessa famiglia. Il ristorante, infatti, è a conduzione familiare e, oltre a Ignazio, che si occupa delle pizze, e alla figlia Katiuscia, responsabile di sala, ci sono anche Lorenzo, il figlio pizzaiolo, Laura, la moglie cuoca, e Francesca, la nipote banconista.

Il clima è teso e pieno di litigi: è più facile accusarsi che aiutarsi. In questa situazione emergono i caratteri forti di Ignazio, che accentra tutto su stesso, e della figlia Katiuscia, che non ha un carattere facile neanche con i clienti. A farne le spese sono la moglie Laura e il figlio Lorenzo. Laura, nonostante sia consapevole di non essere una cuoca professionista, viene continuamente criticata, mentre Lorenzo sente la mancanza di fiducia da parte del padre e, proprio a causa delle incomprensioni con lui, ha deciso di lasciare il lavoro e il locale.

Il Pappagallo dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Una situazione difficile, resa ancor più penosa dal fatto che Ignazio sembra davvero bravo e che la sua pizza è considerata dalla maggior parte dei clienti la più buona della città, come testimoniano le recensioni presenti su TripAdvisor. Ma, purtroppo, il suo talento a quanto pare continua a non bastare perchè il servizio, anche dopo l’avvento di Cannavacciuolo, lascia sempre a desiderare e non è all’altezza del resto.

“25 minuti di ritardo per farci sedere al tavolo, oltretutto la caposala scortese come non mai! Voto 0″

“Sabato sera siamo andate a mangiare una pizza, fin qui tutto bene pizza buona e servizio nella media con i tempi e la cameriera cortese. Appena finito la pizza ci viene immediatamente chiesto se vogliamo altro, ordiniamo il dolce, poi il caffè e con questo ci arriva anche il conto. Nessuna di noi aveva chiesto il conto, diciamo alla cameriera di riferire alla titolare che non ci si comporta così, che in NESSUN locale ci è mai stato portato il conto senza averlo richiesto e chiediamo di avere anche un digestivo. La cameriera ci porta il digestivo e il nuovo conto rettificato, scusandosi a titolo personale ma la sua titolare le ha detto di portarci il conto e di insistere per farci liberare il tavolo in fretta che le serviva il tavolo per eventuali nuovi clienti. Erano le 22.30 e non c’era così pieno da avere la necessità immediata del nostro tavolo e comunque avrebbe potuto chiedere gentilmente e personalmente la necessità di avere il tavolo libero per eventuali prenotazioni o comunque avere la gentilezza di offrirci almeno il caffè. NON CI SIAMO……a mai più arrivederci di pizzerie grazie al cielo ce ne sono tante altre”

“Abbiamo ordinato una pizza tramite just eat. Pizza in ritardo. Piccola. Prezzi esagerati e le pizze non rispettavano le ordinazioni. Una delusione”

“Qualcuno mi spieghi perché per una pizza molle, con il condimento richiesto che va praticamente immaginato perché inesistente devo aspettare 45 minuti??? E per di più uscire dopo aver strapagato la cena e buttarmi nella lavanderia accanto perché puzzo di fritto dalla testa ai piedi, mi girano alquanto. Poi perché tanto clamore per Cannavacciuolo e poi le cose fanno ancora schifo??? È stata solo una mossa pubblicitaria o solo per rifarsi il locale gratuitamente??? A mai più!”

Antonino Cannavacciuolo

Cucine da Incubo 5 tenta il «boom» con Max Giusti a La Nuova Certosina. Ecco com’è oggi il ristorante

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Cucine da Incubo 5 - La Nuova Certosina

Cucine da Incubo 5 - La Nuova Certosina

Antonino Cannavacciuolo è pronto per la settima volta in questa quinta edizione a sistemare le sue Cucine da Incubo. Lo chef, a partire dalle 21.15 di questa sera sul Nove, sarà in compagnia del suo imitatore Max Giusti che, per aiutare lo staff del ristorante milanese La Nuova Certosina a ritrovare lo spirito di squadra, li farà giocare a Boom, il game show che conduce tutti i giorni in access prime time sempre sul Nove.

Cucine da Incubo 5, settima puntata: La Nuova Certosina

La Nuova Certosina nasce nel 2004. Ad aprire il ristorante sono i genitori di Lussi, l’attuale proprietaria. La ragazza lavora in sala fin da giovanissima, ma dal 2012, in seguito ad alcuni problemi dei genitori, è costretta a prendere in mano le redini del ristorante. Il nuovo ruolo di cuoca e proprietaria mette però sotto pressione la ragazza, che, ancora oggi, a distanza di anni, non è riuscita a trovare la sua dimensione.

La proposta del locale è ormai anacronistica, ma Lussi sembra incapace di distaccarsi da ciò che i suoi genitori hanno creato nel corso degli anni e la mancanza di fiducia in se stessa mina ogni tentativo di rinnovamento che la ragazza e il suo staff – composto da Cristina, responsabile della sala, Victoria, cameriera, e Stefano, aiuto-cuoco – tentano di apportare. Ogni qualvolta Lussi pensa a un cambiamento nel menù, o nel servizio, viene frenata dalla paura di fallire e di perdere anche quei pochi clienti sui quali il ristorante può ancora contare. La cuoca si sente continuamente sotto esame, come se i suoi genitori fossero ancora nel locale, pronti a giudicare ogni sua azione, ogni suo errore.

All’immobilismo della gestione si aggiungono poi i problemi di organizzazione e di gestione. In sala i tavoli non sono numerati e questo causa confusione e inevitabili battibecchi fra le cameriere e la cucina. Inoltre l’ansia con cui Lussi dirige il suo staff non fa che peggiorare la situazione. La ragazza reagisce male ai problemi che nascono durante il servizio, arrivando a litigare con chiunque le capiti intorno. Un altro problema de La Nuova Certosina è la lentezza della cucina e spesso molti clienti non vengono serviti insieme ai loro commensali, fatto che alimenta talvolta lamentele.

La Nuova Certosina dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Un’analisi delle recensioni presenti su TripAdvisor svela però che i clienti in fondo questo ristorante lo hanno sempre apprezzato, ritenendo il cibo di qualità e l’accoglienza ottima, quasi familiare. Dunque i problemi da risolvere erano più che altro interni, bisognava impegnarsi per migliorare il lavoro dello staff, ritrovare lo spirito di squadra e far crescere l’autostima della proprietaria. E Antonino Cannavacciuolo e Max Giusti devono esserci riusciti, stando alle foto sorridenti dello staff presenti su Facebook e alle seguenti recentissime recensioni.

“Ottima location completamente rinnovata nel suo stile, servizio ottimo cortese,gentile, disponibile. Cena squisita con prodotti freschi e una tagliata di tonno da leccarsi in baffi.. prezzo modico. Da provare!!!!!”

“Quanto tempo dall’ultima volta. Eppure essendoci stato per una fugace visita in occasione di un pranzo di lavoro, mi sono accorto che non poco fosse cambiato ed assolutamente in meglio: interni molto più caldi e accoglienti, qualità del cibo per quanto incredibile addirittura migliorata, prezzi assolutamente competitivi con varie opzioni di scelta tra pranzo completo o meno”

“Ambiente rinnovato recentemente , semplice e famigliare. Ottima la grigliata di pesce (abbondante) così come gli altri piatti del menù”

Cucine da Incubo 5 - La Nuova Certosina

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo salva Villa Rugantino con l’aiuto di Carla Gozzi. Ecco com’è oggi il ristorante

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Cucine da Incubo Villa Rugantino

Cannavacciuolo e Carla Gozzi a Villa Rugantino

Sarà Carla Gozzi l’ospite di Antonino Cannavacciuolo nella puntata di Cucine da Incubo 5, in onda in prima tv domenica 7 maggio 2017 sul Nove. Insieme cercheranno di risollevare le sorti del ristorante Villa Rugantino di Anzio, anche grazie ai consigli di stile che Carlà darà allo staff, scegliendo per loro delle nuove divise da indossare.

Cucine da Incubo 5: Villa Rugantino

Villa Rugantino nasce dalla decisione di Maurizio di ampliare il suo precedente ristorante, Osteria Rugantino. Trovato un caseggiato molto più grande del locale precedente (dove gli affari andavano a gonfie vele), Maurizio decide di trascinare con sé tutta la famiglia, infondendo a tutti grande entusiasmo e voglia di fare.

Purtroppo, subito dopo l’apertura, arrivano le prime difficoltà, sia a livello di gestione che di relazioni interpersonali. Il problema principale riguarda il rapporto tra Maurizio e il genero Emilio, marito di sua figlia Roberta e cuoco del locale: i due litigano continuamente, non aiutando certamente il ristorante. Maurizio vuole molto bene ad Emilio e lo considera come un figlio, ma pretende rispetto da lui e, aggrappandosi ai suoi 30 anni di esperienza, non vuole essere mai contraddetto. Emilio, dal canto suo, cerca di lottare per far valere le sue idee e per avere maggiore autonomia in cucina, ma non sente la fiducia del suocero.

Nel ristorante sono coinvolti anche gli altri membri della famiglia: in cucina, con Emilio, ci sono sua suocera, Marina (moglie di Maurizio), supervisore anche di molte altre cose, e Ramona, mentre in sala ci sono le figlie di Maurizio, Carla e Roberta, moglie di Emilio. Le donne della famiglia, e in particolare Roberta, si dividono tra i due fuochi, assorbendo e somatizzando questa tensione continua.

Al ristorante manca una vera identità: partito come ristorante di cucina romana e carne, è diventato poi un ristorante di pesce. Le idee sono molto confuse e il clima difficile che si respira in famiglia non aiuta a migliorare o a lavorare in modo disteso. Antonino Cannavacciuolo e Carla Gozzi sono pronti a intervenire e dispensare consigli, ma il loro intervento sarà risolutivo?

Villa Rugantino, com’è oggi dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Stando alle recenti recensioni presenti su TripAdvisor, sì. Se prima, infatti, il locale sembrava viaggiare nella media, senza brillare particolarmente e con un’identità davvero poco chiara, oggi i clienti sottolineano l’eleganza del posto e l’ottima cucina, segno che lo staff ha davvero fatto tesoro dei consigli ricevuti.

“Villa Rugantino e’ passata sotto la cura di Canavvacciuolo, con la sue Cucine da incubo, e la differenza si sente. Un paio di piatti suggeriti dallo chef stellato ( tartare di pesce con cialda al nero di seppia e la napoletanissima fetticcine alla genovese con gamberi), hanno fatto il miracolo. Maurizio, il gestore, era già gentile e accogliente di suo. Adesso si’ che il ristorante merita la visita!” (utente Maurizio M, maggio 2017)

“Locale completamente rinnovato. Abbiamo mangiato un misto pesce di prima qualità e delle tagliatelle fatte in casa alla genovese con gamberi squisite…per non parlare dei dolci buonissimi e ben presentati. Ottimo rapporto qualità prezzo e personale super disponibile ci torneremo al più presto. Complimenti continuate cosi!” (federicafrattaroli, aprile 2017)

“Per un pranzo in famiglia o cerimonia. Il locale è molto accogliente e ben arredato , clima cordiale e cucina veramente speciale con piatti molto gustosi e curati nei dettagli . Da provare assolutamente”(Massimo R, marzo 2017)

“Sono tornata oggi in questo ristorante dopo la recente radicale ristrutturazione e sono rimasta a bocca aperta: un locale completamente diverso, è passato dall’essere una comune trattoria ad un ristorante esclusivo sia nell’aspetto che nella cucina. Piatti eslusivi mai mangiati nella zona, presentati in modo accattivante ed elegante, dal sapore eccellente. Accoglienza e servizio impeccabili, prezzi per niente proibitivi. Volevo fare le foto ai piatti, ma l’ho fatta solo all’antipasto perché all’arrivo del piatto ero talmente ansiosa di assaggiare che ne ne sono dimenticata…. Devo tornarci per forza!” (nokio73, marzo 2017)

Cucine da Incubo 5 - Villa Rugantino oggi (da TripAdvisor) Cannavacciuolo e Carla Gozzi a Villa Rugantino

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo attracca al Ca’ Moro di Livorno. Ecco com’è oggi il ristorante

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Ristorante Ca' Moro Livorno

Ristorante Ca' Moro Livorno

Puntata rivolta al sociale, quella di Cucine da Incubo 5 in onda oggi – domenica 14 maggio 2017 – alle 21.15 sul Nove: Antonino Cannavacciuolo arriva a Livorno, al Ca’ Moro, un ristorante ricavato da un ex peschereccio ormeggiato al porto vecchio e amministrato dalla cooperativa sociale Parco del Mulino, che si occupa di dare lavoro a ragazzi diversamente abili e che, fra gli altri, si prende carico di coloro che sono affetti dalla sindrome di Down.

Cucine da Incubo 5: il ristorante da Ca’ Moro di Livorno

Nel ristorante, infatti, lavorano in qualità di camerieri alcuni ragazzi affetti da Sindrome di Down: David, Edoardo, Paolo e Valentina, a cui si aggiunge Michele, che si occupa della musica del locale. La gestione del Ca’ Moro è invece affidata a tre professionisti: la cuoca Loredana, il suo aiuto Elisa e il caposala, nonché responsabile del locale, Angelo.

In rappresentanza del Parco del Mulino c’è poi Marco, presidente e deus ex machina della cooperativa. E’ stato lui a volere fortemente il Ca’ Moro, nonostante le difficoltà che comporta l’apertura di un ristorante, soprattutto su un vecchio peschereccio, donato alla cooperativa qualche anno fa e, successivamente, ormeggiato nella zona del porto vecchio di Livorno, dove si trova tutt’ora.

Da quando il locale ha aperto, le cose sono andate via via peggiorando, tanto che oggi il ristorante si ritrova sull’orlo della chiusura. Diversi i problemi nella gestione: dalla difficoltà di Angelo a imporsi e a guidare la brigata, alle scelte culinarie fatte da Loredana, restia ad accettare le critiche e ad apportare cambiamenti nel menù.

A questi problemi si aggiungono le difficoltà che emergono durante il servizio, quando i ritardi e gli errori dovuti alla scarsa comunicazione fra sala e cucina spingono molti clienti a lamentarsi. In questo ristorante le difficoltà hanno tolto a tutti il piacere di andare al lavoro e creato dissapori fra i vari membri dello staff. L’unica cosa che tiene uniti Marco, Loredana, Elisa e Angelo è la presenza dei ragazzi, con le loro debolezze, le loro unicità e, soprattutto, la loro simpatia.

I consigli di Chef Cannavacciuolo saranno utili per capire gli errori e trovare nuovi stimoli?

Il Ca’ Moro oggi dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Stando alle recensioni presenti su TripAdvisor, sì, lo sono stati. Se prima, infatti, alcuni clienti lamentavano soprattutto la scarsa organizzazione e i tempi di attesa eccessivi che rendevano problematico e faticoso anche il più semplice pranzo, oggi le cose vanno molto meglio, segno che lo staff è riuscito a coordinarsi e a superare gli ostacoli che si erano presentati. C’è ancora chi lamenta una varietà del menù troppo limitata, ma, visto il tipo di attività ricreata in barca e le difficoltà logistiche che ne derivano, sarebbe una cosa da mettere in conto.

“Avrei voluto dare più pallini per la bella iniziativa insolita originale e poco diffusa di rendere VIVI anche chi sfortunatamente spesso e emarginato soprattutto nel mondo del lavoro…ragazzi in gamba carini cortesi sorridenti…un menzione particllare la merita senza ombra di dubbio il ragazzo che suonava il piano bar…bravissimo!!! passando al cibo offerto con un menu abbastanza limitato , essere a mio modesto parere abbastanza normale ma comunque buono …porzioni non eccessive …atmosfera però molto suggestiva e originale!! una volta va provato assolutamente !!!!!!!! complimenti ancora ! bravi” (Marzymarzy, marzo 2017)

“Io e il mio ragazzo siamo stati in questo ristorante una domenica a pranzo e abbiamo mangiato davvero bene.abbiamo preso in due:una pepata di cozze,gli gnocchetti di pesce,un fritto ,una patatina, un dolce,due caffè, e una bottiglia di greco di tufo..il tutto a 60 euro.si mangia bene e i prezzi sono nella norma. Il bagno era ben pulito.il personale disponibile e cordiale,molto bravi i camerieri!ci torneremo sicuramente!” (Claudina89, aprile 2017)

“Menù di pesce, fresco e ben cucinato. Abbiamo provato antipasto di alici, gnocchetti al pesce e branzino al sale: squisiti. L’atmosfera è molto particolare ed il servizio ottimo, per una iniziativa sociale importante. P.S.: Se c’è Federico, approfittatene per un ponce” (DoppiaM2015, maggio 2017)

Cucine da Incubo 5 - Ca' Moro Ristorante Ca' Moro Livorno

Cucine da Incubo 5: Cannavacciuolo al Pupirichiello di Milano con Enzo Miccio. Ecco com’è oggi il ristorante

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Cucine da Incubo 5 - Pupirichiello

Cucine da Incubo 5 - Pupirichiello

Volge al termine sul Nove la quinta stagione di Cucine da Incubo, e per la decima ed ultima puntata Antonino Cannavacciuolo sarà in compagnia di Enzo Miccio: i due cercheranno di salvare dal fallimento Pupirichiello, il ristorante fondato a Milano più di trent’anni fa da Giuseppe, detto Peppino, originario di Sorrento ma milanese d’adozione, insieme a sua moglie Linda, originaria dell’Inghilterra.

Cucine da Incubo 5: Pupirichiello

Figlio di ristoratori, Peppino decide di aprire questo locale dopo il rifiuto del padre di lasciare in eredità a lui e alle sue sorelle il ristorante di famiglia. Nonostante la delusione per la mancanza di fiducia mostrata nei suoi confronti, Peppino si lancia in questa nuova avventura e i risultati gli danno ragione: Pupirichiello va alla grande e diventa un punto di riferimento per clienti e dipendenti.

Ma, corsi e ricorsi storici, ora è Peppino a trovarsi nella situazione che ha vissuto con suo padre anni fa. Nello staff del Pupirichello, infatti, è entrato suo figlio Salvatore, che ha iniziato ad affiancarlo nella direzione del locale. Ma le personalità dei due non potrebbero essere più differenti e hanno dato vita a due realtà diverse e conflittuali. Dal punto di vista estetico il locale è composto da due sale. La prima, che è la più vecchia ed è quella più vicina ai gusti di Peppino, è arredata in stile classico, con il legno a farla da padrone. La seconda, che è stata pensata e voluta da Salvatore, ha uno stile più adatto ai tempi e al tipo di clientela che il ragazzo vorrebbe per il locale.

Anche nelle differenti proposte culinarie si riconosce la contrapposizione in atto fra Peppino e suo figlio. Il menù ufficiale è infatti molto legato ai piatti della tradizione e a una ristorazione tipica del secolo scorso. Il “Fuori Menù”, ideato da Salvatore, è caratterizzato invece da piatti più innovativi e creativi. Infine c’è il servizio, che Peppino vorrebbe veloce e informale, al contrario di Salvatore che, da parte sua, vorrebbe dare la priorità all’eleganza e alla cura del piatto.

Le differenze e le tensioni esistenti fra padre e figlio si scaricano sui dipendenti e sul loro lavoro. Spesso, infatti, si creano contrasti e discussioni, dovute sia alla confusione per la “doppia direzione”, sia alla mole di lavoro extra causata dal doppio menù. Peppino è consapevole, come d’altra parte lo è anche il figlio, che il ristorante ha bisogno di rinnovarsi, ma non è in grado di dare il via a questa nuova fase, né se la sente ancora di affidare al figlio il locale a cui si è dedicato con così tanto impegno e passione, anche a costo di chiudere o di venderlo a eventuali acquirenti esterni alla famiglia. Esattamente come aveva fatto suo padre più di trent’anni fa.

Antonino Cannavacciuolo ed Enzo Miccio sono pronti a intervenire, ma riusciranno nella loro missione?

Pupirichiello dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Stando alle recensioni presenti su TripAdvisor, no, non ci sono riusciti. Dalla registrazione della puntata in poi, diversi clienti storici sembrano non sentirsi più a loro agio, mentre i nuovi -arrivati grazie alla popolarità raggiunta dopo la ristrutturazione- parlano di locale caotico e mal gestito. C’è anche chi si ritene soddisfatto ma le critiche presenti, visto il recente passaggio di un grande chef e di un esperto di bon ton, sono decisamente troppe.

“Ristorante che al primo impatto non lascia sicuramente meravigliati. Incappati forse in una serata no, trascorsa tra il chiarore delle luci di emergenza a causa di due blackout abbiamo trovato una temperatura interna del locale bassa, camerieri in confusione e lontani dagli standard di un servizio di sala sufficiente (pizze portate ai tavoli con errori sugli ingredienti richiesti ). COMUNQUE GRADEVOLE DA MANGIARE. Tavoli troppo vicini e locale rumoroso. Francamente non sono convinto che passerei un altra cena in questo locale, sempre che quest’ultima voglia essere trascorsa nel migliore dei modi” (Paaoloferrario, maggio 2017)

“Se volete cenare senza riuscire a sentirvi, vedere un andirivieni agitato del personale e cenare con il vicino , è il vostro locale. Parlando del cibo, antipasto interessante, pizza ….non partenopea, ma egiziana” (wendy20152017, maggio 2017)

“Ristorante caotico, tavoli appiccicati uno all’altro cibo di medio-bassa qualità comunque al di sotto di quello che si dovrebbe avere per i prezzi nel menù. Ma il peggio arriva alla cassa quando la gestrice…una anziana signora di rara antipatia, scortesia e incapacità fa storie perché vogliamo pagare con carta di credito e dopo varie discussioni per una cosa normale in ogni ristorante…si ruba 50 centesimi per il pagamento con carta di credito…mai visto niente di peggio…La persona più inadatta a stare in un locale e ad avere a che fare con il pubblico. Stia a casa visto che è troppo tardi per imparare educazione buone maniere ed empatia alla sua età. Sconsigliato vivamente” (bat_man005Milano, 26 marzo 2017)

“Cibo qualitativamente mediocre, prezzi eccessivamente alti. Non ho altro da aggiungere. Le recensioni semplici si fanno con poche parole… Giudizio personalmente negativo. 2 stelle per il servizio gentile e relativamente celere. Non ci tornerò” (playrover, 11 febbraio 2017)

Cucine da Incubo 5 - Pupirichiello

Cucine da Incubo 6: Antonino Canavacciuolo riparte da Roma con il ristorante Er Barone. Ecco com’è oggi

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Cucine Da Incubo 6 - Antonino Cannavacciuolo e Romano e Er Barone

Cucine Da Incubo 6 - Antonino Cannavacciuolo e Romano de Er Barone

Ad Antonino Cannavacciuolo il MasterChef di Sky non basta, così questa sera torna alle 21.25 sul Nove con una nuova edizione di Cucine da Incubo. Sei puntate che seguiranno lo schema di quelle precedenti ma che potranno contare su una novità: le missioni dello chef cercheranno di avere anche una valenza sociale, toccando i luoghi distrutti dal terremoto e coinvolgendo aiutanti speciali, che porteranno in video anche la loro storia. Tra le località coinvolte Genova, la provincia di Lucca, quella di Chieti, di Oristano, le Marche e per iniziare Roma, dove si trova il ristorante Er Barone.

Cucine da Incubo 6: Er Barone

Il ristorante Er Barone è gestito da Romano, definito da tutti “il gigante buono”. Romano ha rilevato questo locale circa due anni fa e, nonostante non avesse esperienze nel campo della ristorazione, ha deciso di intraprendere questa avventura che, però, non si è rivelata delle più rosee. Un po’ per inesperienza, un po’ per il suo carattere esuberante, focoso e colorito, in cucina i fuochi d’artificio sono sempre all’ordine del giorno: basta anche solo una comanda per mandare in ansia Romano, che comincia a imprecare e urlare dietro a tutti. Le sue vittime preferite sono la moglie Lorella, figura jolly del ristorante (per un periodo è stata anche in cucina con Romano) e tutti i cuochi e aiuto cuochi che si sono avvicendati in questi due anni. Romano sa che la poca organizzazione, la scarsa esperienza di tutto lo staff e il panico che regna sovrano in cucina hanno reso la situazione particolarmente difficile e per questo ha deciso di chiedere aiuto a Chef Cannavacciuolo. E in suo aiuto arriverà anche Antonio Ciotola, uno chef che qualche anno fa ha perso la vista ma che, grazie alla sua determinazione e a una positività fuori dal comune, ha in brevissimo tempo ripreso in mano la sua vita, la sua professione e il suo ristorante, sviluppando nuove sensibilità e imparando a destreggiarsi dietro ai fornelli anche meglio di prima. La sua sarà una grandissima lezione, non solo di organizzazione ma anche di vita.

Er Barone dopo l’avvento di Cucine da Incubo

Abbiamo analizzato per voi la situazione ed i feedback del ristorante in questione sia prima che dopo l’avvento di Cucine da Incubo, per scoprire che Romano, il proprietario, ha una personalità fortissima che influenza quella del locale, e prima dell’arrivo di Cannavacciuolo risultavano sia clienti soddisfatti e divertiti dal suo modo ruspante di procedere sia altri che invece non lo amavano particolarmente. In passato, per esempio, venivano lasciati su TripAdvisor i seguenti commenti.

“Sono stato a cena, ambiente alla buona, arredato in modo non troppo logico… cibo non male, nella media” (Francesco Paolo D, 5 novembre 2016)

“Visita con tutta la famiglia Pizza buona, antipasti discreti, pasta alla matriciana e carbonara da dimenticare. La location molto ma molto alla buona. Il conto non so ero ospite anche perché io non l’avrei ma scelto” (Ferrara 12, 3 dicembre 2016)

“Eccezionale, cordialita’ appena arrivi ti accogliera’ un omone grosso ma di una simpatia e ospitalita’unica, servizio alla perfezione portate abbondanti e con quel gusto genuino come se si cucinasse a casa” (giuppycat, 10 novembre 2017)

“Non credo mai in vita mia di aver mangiato peggio di così. L’unica cosa mangiabile è stata la focaccia” (Massimilianod, 29 dicembre 2017)

La trasformazione ad opera del programma c’è stata solo a fine gennaio, con riapertura il giorno 26. Dunque per il momento i riscontri da analizzare non sono tanti, ma lasciano ben sperare.

“Le pietanze non sono niente male. Alcune meglio altre meno. Direi da osteria ‘da battaglia’ (ma in senso positivo): tutta cucina espressa e casereccia. Purtroppo ci siamo trovati in una serata non proprio felice per la cucina (forse non proprio tarata per così tanti ospiti) ed il servizio è stato decisamente lento. Molto simpatica e brava la cameriera che ha saputo sopperire con grazia al disagio. Il prezzo mi è sembrato un po alto, ma il Barone (un bel personaggio verace) ha applicato uno sconto, neanche trascurabile. Complimenti, è stata una mossa davvero intelligente per riprendere punti dopo le mancanze di cui ho detto. Infine debbo precisare, per onesta, che uno dei miei commensali è assiduo frequentatore del locale e anche lui mi ha confermato che, di norma, si mangia molto meglio ed in tempi assai più rapidi. Quindi, caro Barone, ritornerò…” (DiegoGemmaZara, 5 febbraio 2017, TripAdvisor)

“Siamo stati a cena in questa trattoria/pizzeria in zona Bravetta subito dopo la risistemazione. L’ambiente non è molto grande, discretamente arredato ed a gestione familiare. Il menù è un po’ limitato, ma i piatti sono discreti. Con la bella stagione è possibile mangiare all’aperto. Consigliata la prenotazione” (Massimo V, una settimana fa, TripAdvisor)

“Accogliente e si mangia bene provato più di una volta con i compleanni e detto anche da altre persone” (Antonella Brunetti, 30 gennaio 2018, Facebook)

Cucine Da Incubo 6 - Antonino Cannavacciuolo e Romano e Er Barone

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